Alias
Sergej Esenin e la rivoluzione
Il poeta Trotsky lo riteneva un ponte tra le diverse realtà del paese, Stalin lo mise al bando: vita breve di un grande artista russo, con un'intervista al suo biografo
Sergej Esenin
Il poeta Trotsky lo riteneva un ponte tra le diverse realtà del paese, Stalin lo mise al bando: vita breve di un grande artista russo, con un'intervista al suo biografo
Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 14 novembre 2020
Yurii ColomboMOSCA
Sergej Esenin non fu un cantore della rivoluzione. L’attraversò, ne fu influenzato, perfino soggiogato, ma dei comunisti fu solo un «compagno di viaggio» (poputcki) come Voronskij definì con fortunata sintesi molti intellettuali russi di quella generazione. I versi di Esenin che mandarono in visibilio la Russia profonda, quelli capaci di entrare in connessione sentimentale con le sue aspettative, sono quelli ricamati sulle immagini della natura, della vita degli animali, dei motivi religiosi che diventarono cosmismo e lirismo patrio quando entrarono in contatto con il mutamento rivoluzionario. La prosa militante non era la sua cifra emotiva e quando vi si avventurò...