Italia
Sfratto all’ambulatorio di Riace, ma «noi non molliamo»
Intervista al dottor Isidoro Napoli Il Comune caccia il presidio gratuito, ma il medico che l’ha aperto rilancia: «La salute è un diritto inalienabile, un bene assoluto che non può essere sacrificato sull’altare di logiche meschine. Da qui non ce ne andiamo, abbiamo già trovato un nuovo locale, una vecchia falegnameria del paese»
Rimosso il cartello «Paese dell’accoglienza», il sindaco leghista Antonio Trifoli inaugura quello nuovo
Intervista al dottor Isidoro Napoli Il Comune caccia il presidio gratuito, ma il medico che l’ha aperto rilancia: «La salute è un diritto inalienabile, un bene assoluto che non può essere sacrificato sull’altare di logiche meschine. Da qui non ce ne andiamo, abbiamo già trovato un nuovo locale, una vecchia falegnameria del paese»
Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 7 novembre 2019
Dopo aver eliminato i cartelli di benvenuto «Riace, città dell’accoglienza», demolito la “fattoria didattica”, cancellato i murales civili, il neo sindaco di Riace, il leghista Antonio Trifoli (in attesa della sentenza che lo dichiari ineleggibile, nel processo in corso a Locri) continua la sua personale opera di “delucanizzazione” del borgo jonico. Fa campagna elettorale per conto terzi (leggi Salvini) in vista delle regionali e ordina lo sfratto dell’ambulatorio sociale che “il “medico dei poveri”, Isidoro Napoli detto Sisì, e la cooperativa Jimuel hanno aperto a Riace qualche anno fa e che l’allora sindaco Domenico Lucano aveva ospitato nel palazzo del...