Alias Domenica
Shunk-Kender, in azione per le azioni
Anni sessanta, la coppia fotografica del tedesco Harry Shunk e dell’ungherese Janos Kender Le performance fissate «in bianco e nero» mettono in questione lo statuto di quell’arte viva ed effimera: da Yves Klein a Marta Minujín, da Yayoi Kusama al Pier 19... La mostra di Lugano MASI è chiusa, ma il lavoro dei due risulta splendidamente dal catalogo, edizioni Xavier Barral
Harry Shunk e Janos Kender, Yayoi Kusama, "Anatomic Explotion", Ponte di Brooklyn, New York, 1968 © Roy Lichtenstein Foundation
Anni sessanta, la coppia fotografica del tedesco Harry Shunk e dell’ungherese Janos Kender Le performance fissate «in bianco e nero» mettono in questione lo statuto di quell’arte viva ed effimera: da Yves Klein a Marta Minujín, da Yayoi Kusama al Pier 19... La mostra di Lugano MASI è chiusa, ma il lavoro dei due risulta splendidamente dal catalogo, edizioni Xavier Barral
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 26 aprile 2020
Maurizio GiufrèLUGANO
Tra gli anni sessanta e settanta arte e fotografia si sono scambiate per certi versi i ruoli. Mentre l’artista ricorreva all’immagine fotografica per la creazione delle sue opere, il fotografo, nelle pratiche delle correnti allora in voga – body art, pop art, fluxus, arte concettuale – assumeva un ruolo autonomo, contribuendo al risultato artistico finale, fino a esserne il solo esecutore materiale. Della prima fattispecie si è già detto parecchio; per la seconda c’è un campo di ricerche ricco di nuove possibili scoperte. Lo testimonia il lavoro della coppia di fotografi composta dal tedesco Harry Shunk (1924-2006) e dall’ungherese Janos...