Cultura
Si chiama «schwa» e serve a indicare corpi e storie
IL CASO A proposito della recente discussione pubblica sull'uso del segno grafico
IL CASO A proposito della recente discussione pubblica sull'uso del segno grafico
Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 11 febbraio 2022
Chi l’avrebbe mai detto. Viviamo un tempo in cui per occuparsi di linguistica può essere utile una predisposizione alla vita spericolata tra dibattiti social e polemiche virulente a mezzo stampa. Un tempo in cui quell’astrusa materia che avevi creduto appannaggio di un manipolo di folli come te è al centro del dibattito pubblico. Rea, ancora una volta, ne è quella «e» rovesciata di nome schwa che già aveva fatto parlare e sparlare di sé nell’estate del 2020 (Vera Gheno ricostruisce la polemica nella versione aggiornata di Femminili singolari. Il femminismo è nelle parole, effequ, 2021). Che succede ora? Andiamo per...