Italia
Si muore ancora nella Chinatown pratese
Lavoro da morire Il malore fatale di una donna di 50 anni in un maglificio di Comeana accende di nuovo i riflettori sul comparto cinese del tessile. Più della metà delle aziende oggi in regola, ma quattro ditte su dieci sono ancora insicure, con lavoro nero, e con prestanomi per farle sparire in fretta in caso di controlli.
La vignetta di Biani dopo il rogo al Macrolotto – Mauro Biani
Lavoro da morire Il malore fatale di una donna di 50 anni in un maglificio di Comeana accende di nuovo i riflettori sul comparto cinese del tessile. Più della metà delle aziende oggi in regola, ma quattro ditte su dieci sono ancora insicure, con lavoro nero, e con prestanomi per farle sparire in fretta in caso di controlli.
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 8 marzo 2017
Riccardo ChiariFIRENZE
Anche se l’autopsia confermerà che è morta per cause naturali, la donna cinese di 50 anni trovata cadavere nel bagno di un maglificio di Comeana ha fatto riaccendere le luci sulla Chinatown pratese. Con l’arrivo dell’ambulanza sono arrivati anche i tecnici della Asl e i finanzieri, che hanno rilevato come all’interno dell’azienda gli operai vivessero in un dormitorio al primo piano, mentre al piano terreno lavoravano almeno trenta operai. Di questi, solo sei o sette, in regola con il permesso di soggiorno, hanno testimoniato che la donna non aveva chiesto loro aiuto e sembrava in buone condizioni. Degli altri lavoratori...