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Si offre un dialogo che ha il sapore amaro della resa
La polemica Non si può dimenticare che i taleban (versione originale) erano stati formati, finanziati e portati al potere da Stati uniti, Pakistan e Arabia saudita. Sembra quasi che alla base del dialogo ci sia la concezione che, in fondo, i taleban e il terrorismo islamico, sono solo una reazione all’occupazione e alle guerre occidentali
Talebano pattuglia il quartiere di Wazir Akbar Khan a Kabul – Ap
La polemica Non si può dimenticare che i taleban (versione originale) erano stati formati, finanziati e portati al potere da Stati uniti, Pakistan e Arabia saudita. Sembra quasi che alla base del dialogo ci sia la concezione che, in fondo, i taleban e il terrorismo islamico, sono solo una reazione all’occupazione e alle guerre occidentali
Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 24 agosto 2021
La parola magica è dialogo. Per salvare gli afghani o per lavare la coscienza di chi ha occupato per vent’anni il paese e ora fugge lasciando la situazione che aveva trovato al suo arrivo: l’emirato dei taleban. C’è chi sostiene che bisogna trattare con il nemico, quindi i taleban. In questo caso gli Usa sono in pole position per aver negoziato (che cosa non è del tutto chiaro, c’erano e ci sono clausole rimaste segrete) con il nuovo capo di Kabul, il mullah Abdul Ghani Baradar a Doha. Tuttavia i sostenitori del dialogo dicono con chi (taleban) ma non su...