Cultura

Sibari, l’acqua dell’oblio

Sibari, l’acqua dell’oblioFrammento di toro cozzante

Archeologia I resti della colonia greca sulla costa ionica d’Italia sono sempre a rischio di sommersione. Il sito, tenuto asciutto da pompe ingombranti e costose, è al centro di un progetto innovativo con la messa a punto di alcune «trincee drenanti»

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 25 giugno 2015
Ci sono destini che, a distanza di secoli, si ripetono. E se ciò che il passato restituisce diviene indimenticabile, le rovine restano fragili nudità, esposte a rovesci di fortuna e bellezza. Il caso di Sibari – colonia greca sulla costa ionica d’Italia, tra i fiumi Coscile e Crati – somiglia più al sortilegio di una divinità indolente che al definitivo epilogo di una città antica, celebre per ricchezza e lusso. Durante la sua folgorante esistenza, la megalopoli magnogreca – il cui circuito murario si estendeva per cinquanta stadi, vale a dire circa nove chilometri – riuscì a conquistare venticinque città...

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