Commenti

Sicurezza e legalità, il capo dello Stato c’è. Ma non basta

Sicurezza e legalità, il capo dello Stato c’è. Ma non bastaSergio Mattarella – Ufficio Stampa Quirinale/LaPresse

Su legittima difesa o diritti degli stranieri, le istituzioni di garanzia fanno sentire la loro voce. Mancano soggetti politici attivi in grado di ribaltare egemonie culturali diffuse. Per cambiare il merito delle politiche securitarie, non possiamo confidare sulle decisioni dei giudici o sui moniti del Presidente della Repubblica

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 7 maggio 2019
Le istituzioni di garanzia fanno sentire la loro voce. Il Presidente della Repubblica promulgando con riserva la legge sulla legittima difesa, i giudici ordinari facendo venir meno il divieto di iscrizione all’anagrafe per gli stranieri. Entrambi in difesa della superiore legalità costituzionale. Non è la prima volta, peraltro, che il Capo dello Stato, nel momento stesso in cui appone la firma necessaria per fare entrare in vigore gli atti normativi dell’attuale maggioranza, rende pubbliche le proprie perplessità tramite una lettera indirizzata agli organi politici (Governo e Parlamento). GIÀ NELL’EMANARE il decreto sicurezza, Mattarella aveva rilevato la necessità di far comunque...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi