Alias Domenica
Sideralità e santità nella tana del desiderio
L'immagine del poeta: Schifano/Penna In «Umano non umano», 1969, Mario Schifano filma Sandro Penna: un irriducibile corpo di poeta, fra i fantasmi e il caos della casa di Roma, in via della Mola dei Fiorentini
andro Penna nel lungometraggio di Mario Schifano "Umano non umano", 1969
L'immagine del poeta: Schifano/Penna In «Umano non umano», 1969, Mario Schifano filma Sandro Penna: un irriducibile corpo di poeta, fra i fantasmi e il caos della casa di Roma, in via della Mola dei Fiorentini
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 11 agosto 2019
Seduto su un letto disfatto dall’incongrua struttura di bambù, in una stanza traboccante di panni, carte, libri, quadri, cianfrusaglie, il poeta Sandro Penna legge ad alta voce, in un tono cantilenante in cui è ancora sensibile l’accento umbro: «La vita… è ricordarsi di un risveglio triste in un treno all’alba…». La camera stringe sul suo corpo: Penna si ferma, sfoglia le pagine dell’edizione Garzanti che tiene in mano, si distrae, commenta, fa battute, si schernisce («sono cose un po’ romantiche», dice). L’immagine inquadra ora il suo volto in primo piano: sceglie un’altra poesia, la recita con voce cadenzata («io leggo...