Visioni
Signori, cala il sipario sull’ultimo spettacolo
A teatro Tra nebbie burocratiche e una nuova riforma sale storiche e piccoli spazi si trasformano in baracconi d’arte varia.Un reparto culturale di primaria importanza. ma governato attraverso nomine politiche basate sulla spartizione che fanno temere la catastrofe
foto Reuters
A teatro Tra nebbie burocratiche e una nuova riforma sale storiche e piccoli spazi si trasformano in baracconi d’arte varia.Un reparto culturale di primaria importanza. ma governato attraverso nomine politiche basate sulla spartizione che fanno temere la catastrofe
Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 10 gennaio 2015
Gli «almanacchi, almanacchi nuovi» sarebbero (molto leopardianamente) assai deludenti per chi volesse reclamizzare le nuove chances della scena italiana. L’unica vera novità, per ora, è l’organizzazione dell’intervento statale nel settore, dove qualsiasi soggetto deve dare forma e nome adeguati alle proprie aspirazioni (di sovvenzionamento, innanzitutto) entro il prossimo 31 gennaio. Scade a quella data la presentazione delle domande di riconoscimento, e conseguente contributo ministeriale, da parte di tutti coloro che fanno teatro in Italia. L’elaborazione primigenia della «riforma» era stata dell’ex ministro Bray. Caduto questi col governo Letta, tutto è stato rielaborato e aggiustato dall’onnipotente direttore generale dello spettacolo al...