Internazionale
Signorie della guerra 2.0, la spoliazione del Congo non ha fine
Africa Intervista al professor Giacomo Macola: «Continuità tra il periodo pre-coloniale e la Rdc. I nuovi feudi, usando i soldati dell’esercito o le milizie, fanno ciò che facevano i loro predecessori: vessare i civili, estrarre e vendere materie prime e rimpinguare i loro conti svizzeri»
Miliziani dell’M23 alla periferia della città orientale congolese di Kibumba – Ap/Moses Sawasawa
Africa Intervista al professor Giacomo Macola: «Continuità tra il periodo pre-coloniale e la Rdc. I nuovi feudi, usando i soldati dell’esercito o le milizie, fanno ciò che facevano i loro predecessori: vessare i civili, estrarre e vendere materie prime e rimpinguare i loro conti svizzeri»
Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 4 gennaio 2023
Giacomo Macola, dopo aver insegnato a Cambridge e a Canterbury, è ora professore associato di Storia e istituzioni dell’Africa all’università La Sapienza di Roma. Da poco ha pubblicato il libro Una storia violenta. Potere e conflitti nel bacino del Congo (Viella, 2021). In questo testo lei vede una continuità storica tra il Congo pre-coloniale e l’odierna Repubblica democratica del Congo, che si lega all’esistenza di quelle che chiama «Signorie della guerra». Che cosa intende con questa espressione? La violenza politico militare ha giocato un ruolo fondamentale nel contesto congolese nel corsi degli ultimi due secoli. Le radici di questa violenza...