Europa
Sinopharm, il successo di Pechino passa dalla Serbia
Intervista «Belgrado si è rivolta alla Cina per provocare una reazione dell’Ue. Da una parte, cerca di ottenere quanti più vaccini possibili, dall’altra gioca a mettere contro potenze occidentali e non per vedere da chi può trarre maggior profitto», spiega Vuk Vuksanovic, dottorando in Relazioni Internazionali alla London School of Economics
Ospedale di Belgrado, si preparano le siringhe con il vaccino Sinopharm, in basso Vuk Vuksanovic – Ap
Intervista «Belgrado si è rivolta alla Cina per provocare una reazione dell’Ue. Da una parte, cerca di ottenere quanti più vaccini possibili, dall’altra gioca a mettere contro potenze occidentali e non per vedere da chi può trarre maggior profitto», spiega Vuk Vuksanovic, dottorando in Relazioni Internazionali alla London School of Economics
Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 13 febbraio 2021
Con più di 600mila dosi di vaccino somministrate, la Serbia è il secondo Paese in Europa per numero di vaccinati in rapporto alla popolazione. Un successo dietro cui si cela principalmente Pechino che ha inviato a Belgrado due carichi di vaccini Sinopharm, l’ultimo dei quali arrivato mercoledì sera, per un totale di 1,5 milioni di dosi. Dopo la Serbia, primo Stato europeo a inoculare il Sinopharm, anche altri Paesi della regione iniziano a valutare l’opzione cinese. Vuk Vuksanovic, dottorando in Relazioni Internazionali alla London School of Economics, spiega le implicazioni geopolitiche della strategia di Belgrado nella campagna di vaccinazione di...