Europa

«Soft target e religione nella strategia di Daesh»

«Soft target e religione nella strategia di Daesh»

Intervista Parla Arturo Varvelli, responsabile Osservatorio terrorismo dell'Ispi

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 27 luglio 2016
«Daesh vuole una radicalizzazione dello scontro, punta a separare la comunità occidentale da quella islamica provocando una reazione dell’estrema destra. Così crea un doppio nemico che si autosostenta: Daesh ha bisogno del nemico di destra così come il nemico di destra ha bisogno della stato islamico». Arturo Varvelli è responsabile dell’Osservatorio terrorismo dell’Ispi, l’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi), ed esperto di fondamentalismo. La scelta di una chiesa cattolica come obiettivo può rappresentare in qualche modo un salto di qualità? E’ molto difficile capire se si tratti di una strategia oppure no. L’unica cosa che possiamo fare è...

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