Internazionale
Soldi all’hotline Lgbtqi+ israeliana, nei guai la tahina araba
Diritti I gruppi femministi e Lgbtqi+ palestinesi lanciano il boicottaggio dell'azienda di Nazareth che ha deciso di finanziare l'associazione israeliana Aguda, accusata di pinkwashing
Il fumetto prodotto da Al-Qaws su esperienze Lgbtqi+ di discriminazione – Al-Qaws
Diritti I gruppi femministi e Lgbtqi+ palestinesi lanciano il boicottaggio dell'azienda di Nazareth che ha deciso di finanziare l'associazione israeliana Aguda, accusata di pinkwashing
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 30 luglio 2020
Un’azienda palestinese di tahina che finanzia una hotline Lgbtqi+ israeliana. La ricetta perfetta per scatenare il dibattito e il boicottaggio di un’iniziativa che i movimenti per i diritti Lgbtqi+ palestinesi leggono come forma di normalizzazione sulla pelle di chi soffre una doppia discriminazione (palestinese e omosessuale, transgender, queer) e come forma di narrazione convenzionale: il popolo palestinese appiattito sullo stereotipo di società arretrata e conservatrice. LA STORIA È PARTITA da Nazareth, dentro la fabbrica di tahina Al-Arz, gestita da Julia Zaher dal 2003, dalla morte del marito. Un’azienda cresciuta a dismisura negli anni, fino all’esportazione in mezzo mondo e alla...