Alias Domenica
Sontag, un investimento capace di far esistere le cose stesse
Scrittrici americane «La scrittura è una porta stretta. Certe fantasie, come i mobili più grandi, non passano»: così l’autrice nel secondo volume dei suoi Diari, da Nottetempo
Alex Katz, « Ada and Vincent in the Car», 1972
Scrittrici americane «La scrittura è una porta stretta. Certe fantasie, come i mobili più grandi, non passano»: così l’autrice nel secondo volume dei suoi Diari, da Nottetempo
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 15 dicembre 2019
Sottolineando il voyeurismo implicito alla fruizione della fotografia – una inclinazione che riconosceva esserle propria – Susan Sontag ha scritto: «La macchina fotografica ci rende tutti turisti nella realtà di qualcun altro». Ora, avvicinarsi ai suoi diari privati può apparire, come per un certo tipo di fotografia, un’esperienza inevitabilmente venata di scopofilia, complessa e non di rado disagevole, perché genera un certo grado di dissonanza cognitiva. Di solito, la tentazione di trascurare la persona in favore del suo pensiero si fa più forte quando l’investimento sul ragionare diventa strumento elettivo di azione e interazione con il mondo: vale per Susan...