Internazionale
Sorvegliare e punire. Il laboratorio sociale della Cina in Xinjiang
Cina Nella regione a maggioranza uigura un milione di persone sarebbero detenute all’interno dei «campi di rieducazione». Il Pcc ha lanciato il piano «United as One Family»: i cinesi «han» diventano «poliziotti-cittadini» installandosi nelle case degli uiguri
Soldati dell’esercito cinese nella base militare di Changji, nello Xinjiang – Xinhua
Cina Nella regione a maggioranza uigura un milione di persone sarebbero detenute all’interno dei «campi di rieducazione». Il Pcc ha lanciato il piano «United as One Family»: i cinesi «han» diventano «poliziotti-cittadini» installandosi nelle case degli uiguri
Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 2 novembre 2018
Nella regione nordoccidentale cinese dello Xinjiang vive la minoranza uigura, un’etnia turcofona e musulmana. Attualmente gli uiguri nella regione sono circa 11 milioni. Da alcuni anni Pechino ha trasformato quel territorio, antico passaggio carovaniero della Via della seta, in un immenso laboratorio sociale che – secondo alcuni studiosi – sconfina ormai nell’esperimento totalitario puro e semplice. LA POSIZIONE DELLO XINJIANG ne determina la storia: come sosteneva Fernand Braudel, «non esiste un problema sociale che non sia da inserire nel suo quadro geografico». Analogamente lo Xinjiang, «in un’ottica non sinocentrica, ha un suo carattere dominante», dettato dal ruolo di «condotto» che...