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Sostanze stimolanti, la lezione del caffé

Fuori Luogo L'addomesticamento della componente psicoattiva anche nel té ha fatto sì che sia stata percepito come una “non-droga” e non ha favorito lo sviluppo di concentrati più rischiosi. Tutto il contrario è successo alla coca

Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 24 dicembre 2014
La visione emergenziale delle nuove sostanze psicoattive (Nps) fa sì che si confondano sostanze dai diversi effetti e dalla diversa storia e acculturazione. Ma appiattire le differenze sotto la coperta della proibizione, rende più difficile la comprensione dei fenomeni e dei rischi relativi, paradossalmente. La scure repressiva si abbatte indiscriminatamente sia sulle sostanze di sintesi, che il mercato globalizzato sforna in infinite combinazioni chimiche, vendute tramite il web; sia sui farmaci di largo uso come la ketamina (vedi il manifesto del 17 dicembre); sia sulle blande sostanze stimolanti di origine vegetale. Fra queste, c’è l’efedra, recentemente messa al bando dall’Ue...

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