Cultura
Sotto il velo dell’universalismo
SALONE DEL LIBRO La fuga dalle identità coatte in una realtà dove «libertà, uguaglianza e fraternità» è il motto che ha legittimato l’oppressione coloniale e l’esclusione sociale nelle banlieue. Un’intervista a Karim Miské, scrittore e autore del volume «Appartenersi», ospite d’onore a Torino
Sophie Calle, «La Femme Souriante» da Voir la mer (2011)
SALONE DEL LIBRO La fuga dalle identità coatte in una realtà dove «libertà, uguaglianza e fraternità» è il motto che ha legittimato l’oppressione coloniale e l’esclusione sociale nelle banlieue. Un’intervista a Karim Miské, scrittore e autore del volume «Appartenersi», ospite d’onore a Torino
Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 13 maggio 2016
Si è autodefinito come «il granello di sabbia nell’ingranaggio dell’identità», vale a dire sempre fuori posto, sempre estraneo all’immagine di sé che gli altri vorrebbero imporgli. Nato ad Abidjan da padre mauritano, diplomatico e musulmano, e da madre francese, professoressa e femminista, cresciuto da un nonno bianco e cristiano che non gli perdonerà mai di «avere una faccia da arabo», in poco più di cinquant’anni di vita Karim Miské ha attraversato molti mondi. Alcuni reali, oltre alla sua Parigi dove vive non lontano da Belleville, la Mauritania che ha visitato da adolescente scoprendo che la famiglia paterna discendeva da una...