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Soutine / de Kooning, un certo impasto di carne

Soutine / de Kooning, un certo impasto di carneWillem de Kooning, "Woman Accabonac", 1966 © The Willem de Kooning Foundation / Adagp, Paris 2021

A Parigi, musée de l'Orangerie, "Chaïm Soutine / Willem de Kooning, la peinture incarnée", a cura di Claire Bernardi et Simonetta Fraquelli Il gesto che trasfigura la pittura in materia viva: sotto questo segno dialogano il deraciné della Scuola di Parigi e l’eterodosso della Scuola di New York. Dialogo che ebbe il suo battesimo critico nel 1950 con la mostra di Soutine al MoMA

Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 14 novembre 2021
Chaïm Soutine, “Le Petit Patissier”, 1922-’24, Parigi, musée de l’Orangerie   Sono sempre stato pazzo di Soutine, di tutti i suoi dipinti. Rappresenta la lussuria del dipingere. Costruisce una superficie che sembra un tessuto, una materia. C’è una sorta di trasfigurazione, un certo impasto di carne nella sua opera». Con queste parole il settantatreenne Willem de Kooning ritorna ammirato su uno dei suoi pittori preferiti, che forse più di tutti ha influenzato il proprio essere artista. Elaine de Kooning, nel ricordare le parole del marito – «più cerco di essere come Soutine, più sono originale» –, enfatizza e rafforza il...

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