Alias Domenica
Spatola, sotto la catena dei significanti i sensi si fanno imprendibili
Poesia italiana del Novecento L’impronta di Anceschi a Bologna, i Novissimi e il Gruppo 63, le riviste sperimentali e le performances, i visivi Zeroglifici ed Emilio Villa: l’Opera di Adriano Spatola, 1941-1988 ([dia foria)
Adriano Spatola, Zeroglifico, 1975
Poesia italiana del Novecento L’impronta di Anceschi a Bologna, i Novissimi e il Gruppo 63, le riviste sperimentali e le performances, i visivi Zeroglifici ed Emilio Villa: l’Opera di Adriano Spatola, 1941-1988 ([dia foria)
Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 1 novembre 2020
Caso piuttosto raro per la poesia «sperimentale», la figura di Adriano Spatola (Sapjane, 1941 – Sant’Ilario d’Enza, 1988) ha segnato precocemente qualche presenza in antologie più o meno tradizionali, come La poesia contemporanea 1945-1972, curata da Bruno Basile per la «Scuola aperta» di Sansoni nel 1973, pensata addirittura come libro di studio; o di rassegna, come l’epocale Il pubblico della poesia, a cura di Alfonso Berardinelli e Franco Cordelli, uscito per la prima volta da Lerici nel 1975; e come, infine, la non meno epocale Poesia degli anni settanta curata da Antonio Porta e prefata da Enzo Siciliano per Feltrinelli...