Alias Domenica
Sperone, vertigine combinatoria su pareti dai colori fluo
A Rovereto, Mart, "L’uomo senza qualità. Gian Enzo Sperone collezionista", a cura di Denis Isaia e Tania Pistone Mobilità dei valori, voracità relazionale, gusto delle storie: il grande gallerista si mette in scena con la sua collezione, un enorme collage di opzioni, dal sublime al kitsch, dall’antico al contemporaneo
Una parete della mostra "L’uomo senza qualità. Gian Enzo Sperone collezionista", al Mart di Rovereto
A Rovereto, Mart, "L’uomo senza qualità. Gian Enzo Sperone collezionista", a cura di Denis Isaia e Tania Pistone Mobilità dei valori, voracità relazionale, gusto delle storie: il grande gallerista si mette in scena con la sua collezione, un enorme collage di opzioni, dal sublime al kitsch, dall’antico al contemporaneo
Pubblicato 10 mesi faEdizione del 11 febbraio 2024
Massimo RomeriROVERETO (TN)
A monte di ogni scelta collezionistica ci possono essere varie spinte: un’attrazione fulminante oppure ore di studio, un progetto critico o il prolungamento di un piacere estetico; a volte l’acquisizione di un oggetto è la risposta a un bisogno che può diventare imperioso, sordo alla ragione, un’ossessione che tace solo se ricompensata. Il possesso è quasi sempre un’opzione consolatoria, che riempie – transitoriamente – un vuoto (di tempo, di spazio, non per forza emotivo). Gli oggetti diventano così un prolungamento tentacolare dell’ego: pezzi di noi selezionati, da apparecchiare sul tavolo dell’esistenza per rappresentarci in presenza, in assenza, in vita e...