Italia
Sprofondo Veneto nella marea di cemento
Veneto I quattro morti di Refrontolo sono l’ultima tragedia. Da 50 anni fa acqua la tutela del territorio. Nel 2010 la grande alluvione replicata a febbraio. Un «modello» tutto affari & politica
L’alluvione di Vicenza del novembre 2010, in basso l'intervento dei vigili del fuoco a Refrontolo, dopo la bomba d’acqua di domenica – Reuters
Veneto I quattro morti di Refrontolo sono l’ultima tragedia. Da 50 anni fa acqua la tutela del territorio. Nel 2010 la grande alluvione replicata a febbraio. Un «modello» tutto affari & politica
Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 6 agosto 2014
Sprofondo Veneto, con l’acqua alla gola e le Grandi Opere impantanate nel fango di affari & politica. È l’immagine dell’incubo Polesine (che nell’autuno 1951 pianse 84 morti più 180 mila “profughi”) proiettata nel Duemila. Ma anche l’«effetto Mose» che straccia la mitologica propaganda e fa ripiombare il Nord Est nel guano delle tangenti formato impresa. Qui piove sempre sul bagnato: le quattro vittime dello tsunami del torrente Lierza sabato sera a Refrontolo (Treviso) squadernano la vera insicurezza del Veneto. Alluvioni e frane come esito naturale delle colate di asfalto e cemento programmate senza soluzione di continuità politica. Dal 4 al...