Alias Domenica
Starnone, alfabeto sentimentale in lotta con il tempo
Scrittori italiani Ingarbugliato nella matassa dell’infanzia, il narratore adulto recupera una storia d’amore remota, e in essa la sua «esperienza primaria della fine»: «Vita mortale e immortale della bambina di Milano»
Charles Traub, Napoli, 1981
Scrittori italiani Ingarbugliato nella matassa dell’infanzia, il narratore adulto recupera una storia d’amore remota, e in essa la sua «esperienza primaria della fine»: «Vita mortale e immortale della bambina di Milano»
Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 12 dicembre 2021
Italo Svevo ricorda in una lettera l’affermazione di James Joyce, secondo il quale «nella penna di un uomo c’è un solo romanzo e quando se ne scrivono molti è sempre lo stesso più o meno trasformato». Per quanto possa sembrare paradossale, l’assioma costringe a pensare e lascia che associazioni mentali si stabiliscano tra opere diverse, trovando, nella loro struttura, la continuità dei temi insieme con la differenza dei singoli risultati. Applicata a Domenico Starnone, questa suggestione provocatoria permette di collegare il suo ultimo romanzo, Vita mortale e immortale della bambina di Milano (Einaudi, pp. 152, € 16,50) al nucleo essenziale...