Cultura
Stefano Agosti, una raffinata flânerie sull’«enigma» del testo
Il ritratto Scomparso a 89 anni il francesista e critico letterario. Scrisse, tra gli altri, di Mallarmé, Proust, Rimbaud. Già docente all’Università di Venezia, è stato legato a Zanzotto e Derrida. Portò negli studi letterari che ancora risentivano dell’ipoteca crociana, la forza ribelle che aveva in Francia il suo fuoco teorico principale
Il ritratto di Stéphane Mallarmé firmato da Edouard Manet nel 1876
Il ritratto Scomparso a 89 anni il francesista e critico letterario. Scrisse, tra gli altri, di Mallarmé, Proust, Rimbaud. Già docente all’Università di Venezia, è stato legato a Zanzotto e Derrida. Portò negli studi letterari che ancora risentivano dell’ipoteca crociana, la forza ribelle che aveva in Francia il suo fuoco teorico principale
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 7 luglio 2019
Comincerei dall’epilogo, ma di epilogo non si dovrebbe parlare, quando ci si accosta a una figura impervia quale quella di Stefano Agosti, che lascerà testi fra i più rilevanti della critica letteraria, dalla seconda metà del secolo scorso fino agli anni più recenti del nuovo: la sua ultima conferenza, lo scorso settembre, presso la stracolma Biblioteca Nazionale Braidense, era su Pasolini: parola del ’900. Agosti prese la parola e nuovamente, ultraottantenne, affondò le sue lame esegetiche nel corpo del testo, nel corpo di Pasolini. Appena un incipit, una manciata di parole, e uno dei più affilati interpreti della legge del...