Visioni
Steve Reich, l’artista sempre in gioco
Musica Il maestro americano, Leone d’Oro alla carriera conferito dalla Biennale, si racconta in un incontro con il pubblico a Ca’ Giustinian e affida poi la sua musica alla giovane orchestra del Petruzzelli diretta da Jonathan Stockhammer
Steve Reich – foto per gentile concessione Biennale di Venezia
Musica Il maestro americano, Leone d’Oro alla carriera conferito dalla Biennale, si racconta in un incontro con il pubblico a Ca’ Giustinian e affida poi la sua musica alla giovane orchestra del Petruzzelli diretta da Jonathan Stockhammer
Pubblicato circa 10 anni faEdizione del 23 settembre 2014
Mario GambaVENEZIA
Insomma, Steve Reich è un restauratore o un innovatore? Nell’incontro col pubblico a Ca’ Giustinian è lui stesso che pone il problema. Parte male, a dire il vero. Dice che dopo l’apparizione sulla scena musicale di Schönberg e poi delle nuove avanguardie dei Boulez e Stockhausen e dopo la gran voga della dodecafonia, venivano a mancare ai fruitori di musica elementi indispensabili come l’armonia e il ritmo. Quindi è successo che a lui e ad altri compositori della sua generazione è toccato il compito di rimettere le due cose al loro posto. Perché si sa – osserva Reich, decisamente infelice...