Stig Dagerman, artifici per spaventi e prefigurazioni
Sigrid Hjertén, «Iván dormiente», 1915
Alias Domenica

Stig Dagerman, artifici per spaventi e prefigurazioni

Scrittori svedesi Le rimozioni della società borghese ossessionano i versi di Stig Dagerman, tra rime, ironia e filastrocche dolenti: «Breve è la vita di tutto quel che arde», antologia da Iperborea
Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 12 febbraio 2023
A ripercorrerla adesso, la biografia di Stig Dagerman appare, nella sua brevità, anzitutto come guidata da una mente poliedrica: ancora venticinquenne, nel 1945 si era imposto nel panorama letterario svedese con il suo romanzo d’esordio Il serpente, cui sarebbero seguite, nell’arco di otto anni, numerose altre opere in forma di narrativa e di testo teatrale, tutte nel solco del modernismo,  spingendo la critica a scomodare paragoni importanti, da Faulkner a Kafka; a questa ascesa in campo letterario Dagerman avrebbe legato anche una attività militante, nella duratura collaborazione con la rivista anarchica Arbetaren, e nel suo impegno sindacale. Irrequieto, allergico a ogni...

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