Alias Domenica
Stoichita, la kommunalka e i confini invisibili
Victor Stoichita, "Ritorno a Bucarest", Bordeaux Lo storico dell'arte racconta «come un film in bianco e nero» la concentrazionaria Romania dei suoi primi anni: fra ironia sottile e senso — dada — dell’assurdo
Romania, il Casinò di Costanza sul Mar Nero, costruito nel 1909
Victor Stoichita, "Ritorno a Bucarest", Bordeaux Lo storico dell'arte racconta «come un film in bianco e nero» la concentrazionaria Romania dei suoi primi anni: fra ironia sottile e senso — dada — dell’assurdo
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 27 marzo 2022
Victor Stoichita, foto Giorgia Fiorio «Il Mar Nero in realtà non è nero». Di questi tempi prende d’amaro la frase (o lo slogan, piuttosto) di Victor Ieronim Stoichita, traboccante tenerezza e orgoglio nel ricordo dei paradisi infantili, non verdi bensì «tra il blu e il turchese», delle estati passate fra Cluj e Costanza, negli anni cinquanta e sessanta. Oggi, che l’altra sponda del Ponto Eusino di nuovo s’annera di bombardieri, nell’olezzo mostruoso dei carnai. Ma in fondo questa sorte a contraggenio è la sigla più giusta per un libro double face quale, al di là delle apparenze, si rivela...