Alias
Stop al panico morale dell’omofobia
Africa gay Leggi sempre più repressive, non sembrano tempi propizi per il coming out. Ma molti artisti e intellettuali panafricanisti, a cominciare dallo scrittore keniano Binyavanga Wainaina, lanciano la sfida: «Noi siamo qui». Anche il musicista Seun Kuti, figlio del leggendario Fela, a fianco del movimento LGBT
Particolare di un poster del Gay&lesbian film festival di Cape Town
Africa gay Leggi sempre più repressive, non sembrano tempi propizi per il coming out. Ma molti artisti e intellettuali panafricanisti, a cominciare dallo scrittore keniano Binyavanga Wainaina, lanciano la sfida: «Noi siamo qui». Anche il musicista Seun Kuti, figlio del leggendario Fela, a fianco del movimento LGBT
Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 1 marzo 2014
Una stanza d’ospedale. Una donna malata, in punto di morte. Un figlio emigrato, arrivato appena in tempo dall’estero per vederla un’ultima volta e sussurrarle: «I am a homosexual, mum». Una confessione immaginaria, che il noto scrittore keniano Binyavanga Wainaina ha descritto in un intenso racconto, pubblicato contemporaneamente dal blog Africa is a Country e dalla rivista Chimurenga Chronic, punti di riferimento di artisti e intellettuali panafricanisti, dichiarando così pubblicamente la propria omosessualità. La scelta di Wainaina resta piuttosto isolata, in un continente in cui il clima politico non sembra propizio al coming out. In Africa molti paesi considerano l’omosessualità un...