Alias Domenica
Storia della filosofia, trappola micidiale: Benjamin Fondane
Benjamin Fondane, «La coscienza infelice» (1936), da Aragno Il filosofo rumeno allievo di Šestov addita il nulla che si annida in ogni astrazione, anche nella verità, confrontandosi con l’hegelismo a Parigi negli anni trenta
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Benjamin Fondane, «La coscienza infelice» (1936), da Aragno Il filosofo rumeno allievo di Šestov addita il nulla che si annida in ogni astrazione, anche nella verità, confrontandosi con l’hegelismo a Parigi negli anni trenta
Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 3 aprile 2016Edizione 03.04.2016
Che cos’è che non andava in Hegel secondo questi neo-hegeliani? Una cosa sola: l’Autocoscienza. E cioè la conciliazione assoluta dell’essere e del pensiero. Agli occhi di costoro l’immane sforzo del pensiero, interamente volto a far emergere dal cuore del reale i suoi tratti irriducibilmente conflittuali, le sue fratture, le sue contraddizioni, rischiava alla fine d’essere completamente vanificato. Che frattura è quella già da sempre ricomposta? Che contraddizione può mai essere quella già da sempre risolta? Di qui la ricerca, all’interno del pensiero hegeliano, degli antidoti in grado di salvaguardare la potenza della sua dialettica: che doveva essere mantenuta aperta e...