Visioni

Storie d’amore e di amicizia, di palcoscenici e sottoscala

Storie d’amore e di amicizia, di palcoscenici e sottoscala

Nelle sale "Felice chi è diverso" di Gianni Amelio. Lo sguardo limpido di un umanista del cinema inchioda un secolo di omofobia in Italia

Le colorate manifestazioni che hanno portato sulle piazze i giorni dell’orgoglio omosessuale, i lacci delle scarpe esibite dai calciatori nel loro ambiente così omofobico, le bandiera (Gay è Ok) sventolata di fronte a Putin da quella ragazzaccia di Vladimir Luxuria, chissà come le vivono oggi i protagonisti di “Felice chi è diverso”, il film documentario che Giani Amelio ha appena portato alla Berlinale e che esce domani nelle sale. Il regista con il suo sguardo umanistico dolce e deciso fa parlare signori anziani che erano ragazzini quando il fascismo indicava con decisione che «albero che non cresce bisogna spezzarlo», quando...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi