Visioni
Storie d’amore e di amicizia, di palcoscenici e sottoscala
Nelle sale "Felice chi è diverso" di Gianni Amelio. Lo sguardo limpido di un umanista del cinema inchioda un secolo di omofobia in Italia
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Nelle sale "Felice chi è diverso" di Gianni Amelio. Lo sguardo limpido di un umanista del cinema inchioda un secolo di omofobia in Italia
Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 5 marzo 2014Edizione 05.03.2014
Le colorate manifestazioni che hanno portato sulle piazze i giorni dell’orgoglio omosessuale, i lacci delle scarpe esibite dai calciatori nel loro ambiente così omofobico, le bandiera (Gay è Ok) sventolata di fronte a Putin da quella ragazzaccia di Vladimir Luxuria, chissà come le vivono oggi i protagonisti di “Felice chi è diverso”, il film documentario che Giani Amelio ha appena portato alla Berlinale e che esce domani nelle sale. Il regista con il suo sguardo umanistico dolce e deciso fa parlare signori anziani che erano ragazzini quando il fascismo indicava con decisione che «albero che non cresce bisogna spezzarlo», quando...