Internazionale
Strage alla moschea, la lotta eterna dei salafiti al misticismo sufi
Egitto «I sufi riescono a strappare molte centinaia di giovani ai gruppi più radicali, in un modo che l'Esercito non è stato in grado di fare. L'Isis vuole eliminare un rivale ideologico molto convincente», spiega al manifesto Mohammed Sabry, giornalista e analista che ha lavorato a lungo nel Sinai.
La moschea sufi Ahmad al Badawi di Tanta – Flickr
Egitto «I sufi riescono a strappare molte centinaia di giovani ai gruppi più radicali, in un modo che l'Esercito non è stato in grado di fare. L'Isis vuole eliminare un rivale ideologico molto convincente», spiega al manifesto Mohammed Sabry, giornalista e analista che ha lavorato a lungo nel Sinai.
Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 26 novembre 2017
Qualcuno parla dell’11 Settembre dell’Egitto ma è più giusto dire che il massacro di oltre trecento fedeli nella moschea al Rawda nel nord del Sinai è l’ultimo e più sanguinoso atto della perenne aggressione dei jihadisti salafiti contro il sufismo, la corrente mistica dell’Islam che in Egitto conta circa 15 milioni di adepti. Poco conta se sia stato l’Isis a compiere la strage o un altro gruppo armato. Tutte queste organizzazioni sunnite estremiste guardano con odio e disprezzo ai sufi che considerano non musulmani se non addirittura dei politeisti fuori dell’Islam contro i quali usare anche la forza. I media...