Alias Domenica
Strand-Zavattini, la qualsiasità rappresentativa
Paul Strand e Cesare Zavattini, "Un paese", riproposta Einaudi Il libro, 1955, fu il frutto dell’incontro tra il fotografo americano, comunista, e lo scrittore: fecero del paese natale di quest’ultimo, Luzzara, un universale set su carta. Inevitabile il confronto con «Sia lode ora a uomini di fama», il foto-libro sociale di Agee e Evans
Da Paul Strand, Cesare Zavattini, "Un paese", Einaudi © Paul Strand Archive/Aperture Foundation
Paul Strand e Cesare Zavattini, "Un paese", riproposta Einaudi Il libro, 1955, fu il frutto dell’incontro tra il fotografo americano, comunista, e lo scrittore: fecero del paese natale di quest’ultimo, Luzzara, un universale set su carta. Inevitabile il confronto con «Sia lode ora a uomini di fama», il foto-libro sociale di Agee e Evans
Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 23 gennaio 2022
Viene da ragionare una volta di più su «cos’è un classico». Fra le citatissime definizioni di Italo Calvino, adeguata mi pare la quarta: «d’un classico ogni prima lettura è in realtà una rilettura». Non avevo mai letto, prima che lo ristampasse Einaudi (con classicistica nudità e classista prezzo da «strenna»: pp. 91, ill. b.n., € 40,00), Un paese di Paul Strand e Cesare Zavattini; ma pensavo, a torto, di conoscerlo per filo e per segno. Classico del «fototesto» di cui tanto oggi si discorre, di Un paese sono stati fatti vari remakes; gli si sono dedicati saggi, convegni e mostre...