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Stranieri a noi stessi

Stranieri a noi stessiAylan e il fratello quando vivevano in Siria – Reuters

Verità nascoste La rubrica settimanale a cura di Sarantis Thanopulos

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 12 settembre 2015
La foto del bambino che il mare prima ha ingoiato e poi ha rigettato morto sulla spiaggia, metafora amarissima dell’infanzia inghiottita dai tumulti della vita, sembra aver prodotto un turbamento più duraturo del solito sull’incoscienza collettiva. Altre foto di bambini morti, in modi più orribili, sono svanite dal nostro immaginario quasi subito, bruciando rapidamente nel loro effetto raccapricciante. Aylan dorme composto in un sonno senza sogni. Il suo -il nostro- destino ci appare come deprivazione sensoriale totale: perdersi in uno spazio senza immagini, suoni, odori, sensazioni gustative e tattili. Il bambino è caduto nel mondo inanimato dei suoi giocattoli, nella...

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