Alias Domenica
Strutture profonde della psiche, in celluloide
Jung e il cinema Il contributo di Carl Gustav Jung alla lettura dei film, in un volume a cura di Hauke e Alister (Mimesis) che riabilita la concezione psicologica di «archetipo», contro la culturologia
Cary Grant e Ingrid Bergman in Notorious di Alfred Hitchcock, 1946
Jung e il cinema Il contributo di Carl Gustav Jung alla lettura dei film, in un volume a cura di Hauke e Alister (Mimesis) che riabilita la concezione psicologica di «archetipo», contro la culturologia
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 6 gennaio 2019
Da tempo i registi si siedono sul lettino degli psicoanalisti e gli psicoanalisti vanno nelle sale cinematografiche. Si potrebbe parlare di un’amicizia di vecchia data. Si potrebbe perfino ipotizzare che, almeno in parte, cinema e psicoanalisi hanno una radice comune. Leggendo il Sigmund Freud dell’Interpretazione dei sogni, ci si imbatte non di rado nelle disavventure di medici ebrei viennesi che stentano ad accedere alle carriere universitarie, osteggiati dall’establishment accademico cattolico della Felix Austria, nei loro sogni (in senso letterale), nelle nevrosi che hanno contratto. Chi, leggendone, non ha messo per un momento da parte i casi clinici, per gustare invece...