Italia
Sul porto di Gioia Tauro la nuova ‘ndrangheta come «impresa»
Lungo la direttrice Calabria-Lombardia-Veneto-Cina, la ‘ndrangheta si è mossa per fare business. L’operazione Porto franco ha scoperchiato un sistema marcio di prestanome, intermediari, «scatole vuote» e faccendieri, dietro cui si […]
Il porto di Gioia Tauro – Reuters
Lungo la direttrice Calabria-Lombardia-Veneto-Cina, la ‘ndrangheta si è mossa per fare business. L’operazione Porto franco ha scoperchiato un sistema marcio di prestanome, intermediari, «scatole vuote» e faccendieri, dietro cui si […]
Pubblicato circa 10 anni faEdizione del 22 ottobre 2014
Lungo la direttrice Calabria-Lombardia-Veneto-Cina, la ‘ndrangheta si è mossa per fare business. L’operazione Porto franco ha scoperchiato un sistema marcio di prestanome, intermediari, «scatole vuote» e faccendieri, dietro cui si nascondeva la vecchia ‘ndrangheta dei Pesce di Gioia Tauro. All’alba di ieri, su mandato della Dda di Reggio, si è proceduto così all’esecuzione di 13 ordinanze di custodia cautelare, al sequestro del patrimonio di 23 imprese per un valore di 56 milioni. Il condizionamento dei settori più produttivi, prima affidato ai proventi delle estorsioni, si è trasformato acquisendo vocazione imprenditoriale. Le indagini sono iniziate dopo verifiche fiscali su imprese di...