Visioni
Sundance. il passato e uno sguardo al futuro
Festival La creatura/creazione di Redford torna in presenza dopo due edizioni virtuali, sotto una nuova direzione. Meno film in concorso e molti incontri pubblici: spicca lo spirito anarchico di «Kim’s Video» di Redmon e Sabin
Immagine da «Kim’s Video» di David Redmon e Ashley Sabin
Festival La creatura/creazione di Redford torna in presenza dopo due edizioni virtuali, sotto una nuova direzione. Meno film in concorso e molti incontri pubblici: spicca lo spirito anarchico di «Kim’s Video» di Redmon e Sabin
Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 22 gennaio 2023
Giulia D'Agnolo VallanPARK CITY
Sundance tre anni dopo. Incorniciato da montagne bianchissime (a Park City non nevicava così tanto dal secolo scorso, dicono i residenti) e sotto la direzione di una nuova leadership, la creatura/creazione di Redford torna in presenza, dopo due edizioni virtuali. Nell’aria, un mix di eccitazione e trepidazione – per il destino del festival, indebolito come tanti altri, dalla pandemia, e perché Sundance è un termometro dello stato di salute dell’industria del cinema indipendente, specialmente ma non solo quello americano. Alcune cose sono rimaste le stesse – la calata di spettatori infagottati di nero che, nelle strade e nei locali, sostituisce...