Europa
Tante promesse e nessun diritto. Nella trincea dei profughi «non-cittadini»
Austria Abbandonati dopo lo sgombero del «refugee protest camp», i richiedenti asilo a Vienna lottano, come dice il rapper A.geh Wirklich, per "il diritto ad avere diritti". Ma anziché la tutela giuridica gli offrono 7000 euro per tornare in Pakistan a farsi uccidere dai talebani
Protesta dei migranti richiedenti asilo a Berlino – Reuters
Austria Abbandonati dopo lo sgombero del «refugee protest camp», i richiedenti asilo a Vienna lottano, come dice il rapper A.geh Wirklich, per "il diritto ad avere diritti". Ma anziché la tutela giuridica gli offrono 7000 euro per tornare in Pakistan a farsi uccidere dai talebani
Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 9 maggio 2013
Angela MayrVIENNA
«Anche noi siamo uomini, vogliamo diritti umani, accesso al lavoro, all’istruzione… asilo politico». Era lo scorso dicembre e loro li sentivi ancora ottimisti, malgrado il gelo e la durezza dello sciopero della fame. Parliamo del gruppo di richiedenti asilo, a maggioranza pakistani, che per oltre due mesi si era rifugiato in una chiesa di Vienna, la neogotica Votivkirche, dopo lo sgombero del refugee protest camp allestito nel parco adiacente. Intorno a loro si era creata una forte mobilitazione di società civile, concerti, dibattiti e attenzione mediatica. Sorda la ministra degli interni Johanna Mikl-Leitner, popolare (Oevp), alleata di governo dei socialdemocratici...