Visioni

Tate, colf e badanti si raccontano nella città eterna

Tate, colf e badanti si raccontano nella città eterna

SanaMente Migliaia di lavoratrici che rassettano, cucinano, assistono gli anziani. Roma gli dedica una mostra dal titolo «Così vicine così lontane» aperta dal 3 al 24 aprile

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 26 marzo 2014
Una volta si chiamavano tate. Si aggiravano, materne ed efficienti, tra le stanze delle case nobili o borghesi. Erano italiane, e solo una minoranza, lusso nel lusso delle famiglie abbienti, arrivava da Francia e Inghilterra. Poi, molto tempo dopo, la tata è divenuta colf, e ancora dopo è nata la figura della badante. L’atlante geografico si è allargato, e oggi, nelle nostre case (non più soltanto quelle dei ricchi), si muovono le donne arrivate da Africa, Paesi Arabi, America Latina, Europa dell’Est, Asia. Migliaia di lavoratrici che rassettano, cucinano, assistono gli anziani. Una mostra, «Così vicine, così lontane, Tate, colf...

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