Cultura
Teatro, ultima definizione in Brasile
Una giornata con Amir Haddad Il drammaturgo brasiliano apre le porte del suo spazio a Rio, racconta il "linguaggio" della sua compagnia nata sotto il regime militare e prende le misure a Bolsonaro: «Ora la cosa più politica da fare è essere vivi»
Il fondatore di «Tá Na Rua», Amir Haddad – Gianluigi Gurgigno
Una giornata con Amir Haddad Il drammaturgo brasiliano apre le porte del suo spazio a Rio, racconta il "linguaggio" della sua compagnia nata sotto il regime militare e prende le misure a Bolsonaro: «Ora la cosa più politica da fare è essere vivi»
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 19 dicembre 2018
Ariadna Dacil LanzaRio de Janeiro
«Quando siamo realmente liberi? Quando gridiamo “viva la libertà” o quando balliamo in libertà?» si chiede Amir Haddad, drammaturgo brasiliano (nessuna parentela con Fernando Haddad, candidato del Pt alle ultime presidenziali) che quasi quarant’anni fa, durante la dittatura militare in Brasile, fondò la compagnia teatrale Tá Na Rua (Sulla Strada). OGGI COME ALLORA, dopo il trionfo elettorale dell’ex capitano dell’esercito Jair Bolsonaro, Haddad propone di spezzare la paura che il fascismo cerca di installare nelle menti. Sfidare il regime guardando le persone negli occhi, ballando e cantando Cariñoso, una canzone romantica tra le più importanti del repertorio popolare del paese....