Politica

Teatro Valle, non è una resa ma un rilancio sull’auto-governo

Teatro Valle, non è una resa ma un rilancio sull’auto-governoLo striscione "Com'è triste la prudenza" che campeggia da tre anni nel teatro Valle occupato

Beni comuni Le proposte elaborate collettivamente in tre giorni di assemblee nazionali e tavoli di lavoro. Oggi verranno sottoposte al teatro di Roma in un incontro all'assessorato alla cultura. Domenica scade la "tregua" strappata dagli occupanti dopo l'ultimatum del 31 luglio imposto dal Campidoglio

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 5 agosto 2014
Non è stata una resa, ma un rilancio. L’occupazione del teatro Valle cesserà domenica 10 agosto a condizione che la «convenzione» con il teatro di Roma adombrata negli scambi frenetici, e pubblici, con il suo presidente Marino Sinibaldi recepisca alcuni elementi determinanti per la «Fondazione Teatro Valle Bene Comune». Sarà questo il contenuto dell’incontro che si terrà oggi pomeriggio alle 18 all’assessorato alla cultura di Roma Capitale in piazza Campitelli. A nome della Fondazione che vanta 5600 soci e un capitale sociale complessivo di 250 mila euro, gli attivisti incontreranno Sinibaldi, ma non l’assessore Giovanna Marinelli. Con lei è previsto...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi