Cultura

Temim Fruchter, la strana inquietudine di un desiderio intergenerazionale

Temim Fruchter, la strana inquietudine di un desiderio intergenerazionaleTemim Fruchter (fonte: edizioni Mercurio)

LETTERATURE Intervista alla scrittrice statunitense, ebrea e queer, sul suo romanzo di esordio «Città che ride» (Mercurio). Ospite a Roma in due incontri: oggi nell’ambito del festival Letterature e sabato alla Libreria Tuba. «Capre, demoni, arcangeli e visitatori misteriosi. Ho attinto a figure del folclore che ricordo nelle fiabe che mi raccontavano»

Sulla strada di ritorno da Ropshitz, El posa una piccola pietra sul palmo della mano di Shiva spiegandole il significato della teoria dell’universo a blocchi. Passato e futuro stanno accanto al presente, poi c’è l’istante che svetta dallo scorrere e che accade. Illuminandosi, al tocco. Nell’esordio letterario di Temim Fruchter, Città che ride (Mercurio, pp. 370, euro 20, traduzione di Gabriella Tonoli), lo spazio e il tempo sono categorie importanti e altrettanto cangianti. Come lo sono gli incontri, quando si depositano e disallineano le nostre origini. Ebrea, queer, non binaria e antisionista – come lei stessa si definisce – Temim...

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