Alias Domenica
Terézia Mora, cicatrici della marginalità nel silenzio di un esule
Narrativa in lingua tedesca In una turbinosa e mai nominata Berlino, attraversata da viandanti spaesati e senza documenti, il protagonista di «Tutti i giorni», perfetto poliglotta, si nasconde dietro un ostinato mutismo incarnando enigmaticamente la condizione esistenziale delle «displaced persons»: da Keller
Bernd Zimmer, Forsythia, 1995
Narrativa in lingua tedesca In una turbinosa e mai nominata Berlino, attraversata da viandanti spaesati e senza documenti, il protagonista di «Tutti i giorni», perfetto poliglotta, si nasconde dietro un ostinato mutismo incarnando enigmaticamente la condizione esistenziale delle «displaced persons»: da Keller
Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 15 novembre 2020
Il mondo brulicante in cui ci introduce Terézia Mora – nata a Sopron, antico centro situato là dove il territorio ungherese si incunea in Austria, molto più vicino a Vienna che a Budapest – è probabilmente scampato a un conflitto e si trova in bilico tra più contesti e più linguaggi. I personaggi del suo esordio, Tutti i giorni (sensibile traduzione di Margherita Carbonaro, che riesce a trasmetterci molto delle tensioni linguistiche dell’originale, Keller, pp.496, € 19,50) si aggirano in una città turbinosa, la mai nominata Berlino, alla quale l’autrice è approdata dopo la caduta del muro: una città attraversata...