Visioni
«The Brutalist», l’arte e la rinascita dopo gli orrori dell’Olocausto
Venezia 81 L’ambizioso racconto di Brady Corbet dell’architetto ebreo ungherese Laszlo Toth nell’America capitalista
Adrien Brody e Alessandro Nivola in «The Brutalist»
Venezia 81 L’ambizioso racconto di Brady Corbet dell’architetto ebreo ungherese Laszlo Toth nell’America capitalista
Pubblicato 3 mesi faEdizione del 8 settembre 2024
Cristina PiccinoVenezia
The Brutalist è diventato subito quel che si dice «il film del festival» almeno nella bolla del Lido che si è divisa come accade sull’ambizioso progetto a cui Brady Corbet, il trentaseienne regista dell’Arizona, da piccolo attore in sit-com e opere d’autore – per esempio Mysterious Skin di Gregg Araki – lanciato dalla Mostra di Venezia con l’esordio L’infanzia di un capo (2015, Leone del futuro) ha dedicato diversi anni di lavoro. Proprio come fa col suo mausoleo il protagonista del film, l’architetto ungherese Laszlo Toth (Adrien Brody), raffinato esponente del Bauhaus in patria, annientato dalla guerra e sopravvissuto al...