Visioni

The Divine Comedy, quadri grotteschi post Brexit

The Divine Comedy, quadri grotteschi post BrexitThe Divine Comedy, 2018

Note sparse A tre anni dall’ultimo lavoro in studio, torna la band di Neil Hannon con «Office Politics». Il cantautore nord irlandese spolvera tutti gli amori di gioventù: electro, beat e glam

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 19 giugno 2019
Si scrive The Divine Comedy ma, a parte un paio di membri durati qualche stagione, è Neil Hannon la vera e sola mente di un progetto musicale che, nel corso degli ultimi 25 anni, ha prodotto dodici album in studio, due lavori operistici e uno da camera, un musical di enorme successo nell’East End, una composizione per organo al Royal Festival Hall e svariate collaborazioni (gli Air e Ute Lemper su tutti). Etichettato superficialmente come «pop da camera», l’universo musicale di Hannon, forse l’ultimo esemplare di decadentismo musicale, si è sempre nutrito di dandysmo, del sound di Scott Walker ma...

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