Cultura

Tibur e la sua mitologia del paesaggio sublime

Tibur e la sua mitologia del paesaggio sublimeDall’esposizione «Le grandi ville romane del territorio tiburtino» – Foto di Gianluca Filippi

Mostre Una rassegna che riporta alla luce «Le grandi ville romane del territorio tiburtino»

Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 15 settembre 2021
Tibur distava venti miglia dal Senato: andata e ritorno erano possibili in un giorno, se si disponeva di una carrozza. L’area era ricca d’acqua. Oltre all’Aniene, la attraversavano quattro acquedotti provenienti da Subiaco e diretti alla capitale. NON SEMPRE ne uscivano indenni: Plinio il Vecchio e Frontino lamentano la frequenza con la quale facoltosi possidenti vi si allacciavano abusivamente, mettendo in difficoltà idrica Roma. Le strade erano costeggiate da olivi, già promossi da elementi naturali a beni di produzione industriale, essendo ampiamente usati per rifornire le lucerne. Al paesaggio, che pur tuttavia ricordava la spiritualità bucolica della Grecia, veniva comunemente...

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