Visioni
Timbuktu, nell’inferno della jihad
Al cinema Nelle sale italiane il film di Sissako candidato agli Oscar. Un luogo dove anche ridere è pericoloso e l’arbitrarietà ha sostituito ogni forma di giustizia
Timbuktu di Abderhamane Sissako
Al cinema Nelle sale italiane il film di Sissako candidato agli Oscar. Un luogo dove anche ridere è pericoloso e l’arbitrarietà ha sostituito ogni forma di giustizia
Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 12 febbraio 2015
Siamo nella parte settentrionale del Mali, una zona infiltrata da milizie jihadiste che arrivano dalla Libia e dintorni. Un gruppo di uomini armati ha preso il controllo di un sobborgo nel deserto nei pressi di Timbuctu. In gran parte stranieri, sono armati di semiautomatiche, parlano arabo e francese invece del dialetto Tuareg o dell’inglese e hanno imposto la sharia alla popolazione locale – niente musica, sigarette, calcio o divertimenti di qualsiasi tipo; le donne devono mantenere il capo e le mani coperte. Anche ridere è pericoloso. Gli adulteri saranno puniti con la lapidazione. Ispirato al video (diffuso online dagli stessi...