Alias Domenica

Tintoretto, tirannico e sofisticato

Tintoretto, tirannico e sofisticatoacopo Robusti detto il Tintoretto, "San Marco che libera lo schiavo dal supplizio della tortura", Venezia, Gallerie dell’Accademia

Jacopo Robusti, le due mostre di Venezia a cinquecento anni dalla nascita A Palazzo Ducale e alle Gallerie dell’Accademia, la complessità di un linguaggio che si fa dramma nel match con Michelangelo

Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 30 settembre 2018
Che sarebbe Venezia senza Tintoretto? Senza l’incontro con la sua sterminata produzione di quadri, pale d’altare ed enormi teleri in chiese, confraternite e palazzi di questa città? Insieme a Tiziano e a Veronese, infatti, Tintoretto ne ha segnato il volto e l’immaginario, tanto che sembra impossibile raccontare la sua pittura lontano da Venezia, dove è nato e da cui quasi mai si è allontanato. Come esempio di questa difficoltà, viene subito in mente il Tintoretto emigrato a Roma, alle Scuderie del Quirinale, nel 2012. L’ultima grande retrospettiva su di lui, a Venezia, risale addirittura al 1937, a cura di Nino...

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