Alias Domenica
Tirteo, consonanze ottocentesche
Ricezione del Classico I canti guerreschi del poeta spartano che esortava alla bella morte, ripresero vita con la Rivoluzione francese. Enrico Cerroni ne ha studiato la fortuna italiana, Risorgimento e oltre, da Quasar
Gustave Moreau, Tyrtée chantant pendant le combat, 1860, Parigi, Musée Gustave Moreau, foto RMN-Grand Palais / René-Gabriel Ojéda
Ricezione del Classico I canti guerreschi del poeta spartano che esortava alla bella morte, ripresero vita con la Rivoluzione francese. Enrico Cerroni ne ha studiato la fortuna italiana, Risorgimento e oltre, da Quasar
Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 23 ottobre 2022
Probabilmente, il nome di Tirteo suscita oggi l’effetto che il nome di Carneade causava in don Abbondio: «Chi era costui?». Nell’Ottocento, invece, questo poeta greco era assai più noto, sì che il titolo di «Italico Tirteo» era quasi dovuto per ogni letterato patriottico degno di rispetto. Si trattava di certi canti guerreschi che esortavano gli opliti spartani alla «bella morte» nelle guerre messeniche, come nella resa di Pascoli: «Essere morto è pur bello se il prode tra i primi campioni / cadde così per la sua patria pugnando da eroe». Certo, i classici avevano al tempo uno spazio rilevante nella...