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Tiziano a Brescia, il Polittico non fu «gettato via»

Tiziano a Brescia, il Polittico non fu «gettato via»Giovanni Girolamo Savoldo, "Adorazione dei pastori", Washington, National Gallery of Art, Samuel Kress Collection

A Brescia, Museo di Santa Giulia, "Tiziano e la pittura del Cinquecento tra Venezia e Brescia", a cura di Francesco Frangi Una mostra curata su come reagirono i pittori bresciani — Moretto, Savoldo, Romanino — all’arrivo in città, nel 1522, del dirompente Polittico Averoldi di Tiziano. La novità della macchina tizianesca, ispirata al «Laocoonte», trova un terreno reso fertile dalla ventata anticlassica padana del 1517-’18

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 6 maggio 2018
Il 31 maggio 1522 è inaugurato, nel coro dei Santi Nazaro e Celso a Brescia dove ancora si conserva, il polittico commissionato nel 1519 a Tiziano dal potente preposto della chiesa, Altobello Averoldi. Collocato sull’altare maggiore con ricorso di clero e popolo «applaudente», aveva già mosso le mire di Alfonso I d’Este. Il duca di Ferrara nel 1520 avrebbe infatti voluto per sé il San Sebastiano, il pannello laterale basso di destra, già concluso e ammirato tanto da far dire ad alcuni che «darla a prete, et ch’el porti a Brixia» sarebbe stato come «ch’el era gettato via». Ma l’Averoldi...

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