Alias Domenica
Tommaso Landolfi e i fantasmi russi, cioè la vita mancata
Raccolti da Adelphi gli scritti slavistici dello scrittore di Pico Letteratura russa come luogo di incantamenti e delirî: Landolfi, con inesuasto rimuginio, vi scova il male in tutte le sue sfumature
Un ritratto fotografico di Tommaso Landolfi
Raccolti da Adelphi gli scritti slavistici dello scrittore di Pico Letteratura russa come luogo di incantamenti e delirî: Landolfi, con inesuasto rimuginio, vi scova il male in tutte le sue sfumature
Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 13 dicembre 2015
Nel 1930 appaiono su una piccola rivista abruzzese, «Vigilie letterarie», due scritti di Tommaso Landolfi: il primo, un racconto, Maria Giuseppa, è una variazione sulle dostoevskiane Memorie dal sottosuolo, mentre il secondo è una recensione della traduzione italiana di un’opera di Turgenev, Il Re Lear delle Steppe. In questi scritti c’è già tutto il futuro Landolfi scrittore e slavista, allora ventiduenne studente a Firenze nella Facoltà di Lettere e in procinto di laurearsi con una tesi su Anna Achmatova. C’è l’inesausto rimuginìo di insolubili enigmi metafisici da parte di chi si sente fuori posto e anzi del tutto superfluo e...